E' stato pubblicato sulla rivista "Impresa sociale" pubblicazione del gruppo CGM, autrice la dott. ssa Denise Florean. Anche se pubblicato nel Novembre 2014 da una lettura approfondita dell'argomento.
Il link dell'articolo è questo:
http://www.rivistaimpresasociale.it/component/k2/item/101-imprese-sociali-e-finanziamenti-europei-quale-rapporto-il-caso-del-veneto/101-imprese-sociali-e-finanziamenti-europei-quale-rapporto-il-caso-del-veneto.html?start=2
Riporto a seguire le conclusioni.
Conclusioni
La
trattazione ha evidenziato come la capacità di crescita ed evoluzione delle
imprese sociali sia da considerarsi intimamente connessa alla disponibilità di
risorse da investire in progettazione innovativa. La stessa Unione Europea ha tenuto
in considerazione questo fattore nel processo di elaborazione delle nuove
misure a sostegno dell’imprenditoria sociale nel prossimo settennio di
programmazione (2014-2020). La nuova programmazione dei fondi strutturali
metterà a disposizione significative risorse economiche che dovranno essere
allocate in modo mirato; per questo si rende necessario per le imprese sociali
europee un sforzo significativo nel tentativo di intercettarle.
L’analisi
svolta sul campione veneto ha messo in luce un quadro piuttosto critico. Con
qualche eccezione, le cooperative sociali venete sembrerebbero maggiormente
portate alla progettazione su scala locale, in forza delle proprie
caratteristiche strutturali e della forma mentis dell’attuale classe dirigente;
sembra infatti questa la strada più semplice e sperimentata per acquisire
risorse aggiuntive da dedicare all’implementazione di progetti ad alta
vocazione sociale, coerenti con la mission cooperativa. Non sembra invece
radicata la convinzione di poter realizzare progetti sociali guardando
direttamente all’Europa come soggetto finanziatore; le difficoltà nel garantire
aspetti di transnazionalità - spesso richiesti nei progetti europei -
sembrerebbe essere un deterrente per un cambio di mentalità. Le cooperative
intervistate si muovono nell’ambito della progettazione europea soprattutto con
il Programma Operativo Regionale, riducendo così i margini di complessità di
gestione, non sentendosi ancora adeguatamente attrezzate per le sfide di una
progettazione più ampia.
L’Unione
ha sicuramente fatto un grande passo nella programmazione di linee di
finanziamento ottimali per le imprese sociali, a partire dai fondi FESR e FSE.
L’introduzione di strumenti quali il Social Impact Accelerator, la messa a
punto del nuovo Programma per l’Occupazione e l’Innovazione Sociale (EaSI) e la
promozione del concetto di innovazione sociale all’interno di complessi
programmi di finanziamento quali Horizon 2020 sono misure importanti, ma forse
premature per una parte della cooperazione sociale italiana (quanto meno quella
veneta). E’ probabile che alle imprese sociali serva qualche tempo per
riorganizzare le proprie risorse e competenze, al fine di essere attrezzate e
competitive a livello europeo. L’attenzione dei policy maker europei non è mai
stata tanto concentrata sui bisogni delle imprese sociali come in questi ultimi
tre anni; il che lascia presagire esistano ulteriori margini di miglioramento
delle politiche ad esse rivolte fino a portare, in tempi maturi, al pieno utilizzo
delle misure finanziarie stanziate.
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